Descrizione
RICERCHE
Fabio Fossati, Modelli di regimi non democratici
Eugenio Pizzimenti e Enrico Calossi, Il mutamento organizzativo dei partiti italiani. Ipotesi di ricerca ed evidenze empiriche
NOTE
Andrea Carati, Separazione e contaminazione: il doppio volto della guerra dei droni
Simone Dossi, Innovazione tecnologica e rappresentazione della discontinuità. Una comparazione tra il dibattito sul cyberwarfare e le teorie sul potere aereo
Fabio Sozzi, Guerra civile, democrazia e peacekeeping
LETTURE
Eugenio Salvati, La crisi dei partiti e la de-politicizzazione dello spazio politico. Quali rischi per la democrazia rappresentativa?
Summaries/Riassunti
Il numero si apre con un contributo di Fabio Fossati (Modelli di regimi non democratici) nel quale l’A. argomenta l’opportunità di apportare una innovazione nelle modalità attraverso cui la letteratura specialistica identifica e classifica i tipi di regime non democratico – proponendo di abbandonare, in particolare, i criteri fondati sul tipo di autorità al potere a vantaggio della legittimità del potere medesimo, che può empiricamente tradursi in differenti declinazioni.
Nella ricerca che segue, Enrico Calossi e Eugenio Pizzimenti si interrogano circa il mutamento sperimentato dai partiti politici (Il mutamento organizzativo dei partiti italiani. Ipotesi di ricerca ed evidenze empiriche), domandandosi, più specificamente, se nell’ultimo ventennio nel nostro Paese tale processo è da attribuirsi prevalentemente alla de-nazionalizzazione della politica ovvero alla sua crescente pubblicizzazione. A questo riguardo, appoggiandosi ad una robusta messe di dati, gli A. argomentano l’insufficienza di entrambe le linee interpretative, fornendo ulteriori spunti di ricerca.
D’altro canto, Andrea Carati (Separazione e contaminazione. Il doppio volto della guerra dei droni) sposta il fuoco sopra un aspetto poco o punto indagato dalla scienza politica, ovvero gli effetti prodotti dalla introduzione dell’impiego dei droni per scopi militari, concentrando l’attenzione sulla trasformazione nelle forme della guerra. L’indagine mette in luce il paradosso insito nell’utilizzo di questa tecnologia che, per un verso, si propone di limitare le conseguenze scaturenti da un evento bellico, ma, dall’altro, dischiude possibilità virtualmente illimitate allo sfruttamento delle innovazioni tecnologiche per finalità di guerra.
Collocandosi pressoché nello stesso quadro fenomenologico, quello del rapporto tra tecnologia e strategia militare, l’articolo a firma di Simone Dossi, Innovazione tecnologica e rappresentazione della discontinuità. Una comparazione tra il dibattito sul cyberwarfare e le teorie del potere aereo) individua nel crescente impiego di innovazioni tecnologiche in ambito militare il fattore principale che determina lo slittamento degli eventi bellici da una logica di reciprocità ad una di rischio a senso unico, dove la parte più debole è quella più legata alla territorialità (ovvero, lo stato moderno).
Infine, a ideale conclusione di un trittico di articoli dedicati alle relazioni internazionali e in particolare agli aspetti militari della questione, il pezzo di Fabio Sozzi (Guerra civile, democrazia e peacekeeping) dirige l’attenzione sulla capacità di promuovere la democrazia connessa agli interventi di peacekeeping internazionali, cercando di fare emergere quei fattori che, più di altri, decidono dell’efficacia delle missioni mirate a questo scopo.
Chiude il numero la lettura di Eugenio Salvati, dedicata ad un contributo postumo di Peter Mair, Governare il vuoto. La fine della democrazia dei partiti, nel quale il grande politologo britannico riflette sui mutamenti strutturali che paiono investire le poliarchie mature, specie sul suolo europeo.
Fabio Fossati- MODELLI DI REGIMI NON DEMOCRATICI
L’articolo presenta una classificazione dei regimi non democratici – distinti in militari, neo-patrimoniali, post-comunisti, teocratici – che impiega come criterio il principio di legittimità, rinvenuto rispettivamente nel ‘male minore’, nei legami personalistici, nell’eredità del passato, e nella religione.
Eugenio Pizzimenti e Enrico Calossi – IL MUTAMENTO ORGANIZZATIVO DEI PARTITI ITALIANI. IPOTESI DI RICERCA ED EVIDENZE EMPIRICHE
L’articolo indaga se e in quale misura I principali partiti italiani abbiano sperimentato processi di mutamento organizzativo nei rapporti tra livello nazionale e livello regionale, dall’inizio degli anni ‘90 a oggi. Due sono le ipotesi proposte dalla letteratura: la prima pone l’accento sui processi di denazionalizzazione della politica; l’altra sulla accresciuta dipendenza delle formazioni politiche dalle risorse pubbliche. I risultati della ricerca mostrano che nessuna delle due ipotesi è esauriente, e che la collocazione sull’asse sinistra-destra rappresenta l’unica determinante della varianza tra le organizzazioni partitiche oggetto di analisi.
Andrea Carati – SEPARAZIONE E CONTAMINAZIONE: IL DOPPIO VOLTO DELLA GUERRA DEI DRONI
Il lavoro studia I possibili effetti dell’utilizzo dei droni per le guerre del futuro. Si sottolinea, in particolare, il carattere contraddittorio dei droni armati: da un lato, l’ambizione di circoscrivere il teatro delle operazioni e operarvi chirurgicamente; dall’altro, l’effetto di rendere evanescenti i principali limiti all’attività bellica. L’analisi si concentra su tre aspetti di tale contraddittorietà: la delineazione del campo di battaglia, la tempistica degli attacchi armati, e la reciprocità tra belligeranti.
Simone Dossi – INNOVAZIONE TECNOLOGICA E RAPPRESENTAZIONE DELLA DISCONTINUITA’. UNA COMPARAZIONE TRA IL DIBATTITO SUL CYBERWARFARE E LE TEORIE DEL POTERE AEREO
Il contributo analizza il ruolo delle variabili culturali nei processi di innovazione tecnologica in campo militare. Il dibattito sul cyberwarfare viene utilizzato come oggetto di studio metateorico, con l’intento di metterne in luce le retrostanti concezioni del rapporto tra innovazione tecnologica e guerra. In particolare, il dibattito sul potere aereo risulta appropriato per ricostruire le continuità di più lungo periodo nel modo di guardare all’innovazione tecnologica e al suo impatto sulla guerra.
Fabio Sozzi – GUERRA CIVILE, DEMOCRAZIA E PEACEKEEPING
Obiettivo dell’articolo è testare se le operazioni di peacekeeping favoriscono la democratizzazione dei territori in cui intervengono, interrogativo a cui la letteratura esistente dà risposte discordanti. La ricerca mostra che tali operazioni non sembrano avere un impatto significativo sui processi di democratizzazione: se a breve termine la relazione è positiva, nel medio periodo l’impatto diventa negativo. Un esito così ambivalente può scaturire dal fatto che la pacificazione di un territorio è solo una delle variabili rilevanti ai fini della democratizzazione: altri fattori, di carattere economico e sociale, giocano un ruolo importante.