Descrizione
“Io, il ninnolo di Dio”, percorre due strade distinte, perpendicolari l’una all’altra, ma comunicanti tra loro per mezzo di ponti virtuali. Ognuna di queste due strade racconta una parte della vita di Elena, la protagonista della storia, mentre i ponti sono i pensieri ricorrenti che raccontano le vicissitudini, le avventure, le esperienze e gli amori di una donna. Storie e ricordi intrecciati che costruiscono con maestria il percorso di una vita giocata al limite del lecito normalmente concesso dal pensiero ricorrente e perbenista. Una donna costretta dagli eventi ad essere “matura” fin da bambina, quando si tuffa alla scoperta del mondo, costretta a prendere coscienza dei diversi mondi a cui ognuno viene destinato, a cominciare da quello di Elena che, con l’adolescenza, inizia a scoprire l’amore, quello passionale, quello carnale, quello che fa vibrare l’anima nella convinzione di aver trovato l’uomo ideale. Ma anche quello doloroso, innaturale e violento. E sono proprio gli uomini a “giocare” con la vita di Elena, uomini che appaiono come marionette messe in movimento dalla presenza di quel Dio a cui la protagonista spesso rivolge le proprie riflessioni oltre a una serie di domande che, già da sole, marcano il territorio a volte conquistato e a volte perduto della propria esistenza. Il racconto del suo “primo vero” viaggio e del suo “primo vero” amore è la storia intorno a cui ruotano i ricordi scovati nella memoria e rivissuti a volte con drammaticità, altre volte con leggerezza, altre ancora con gioia e ironia. E sta proprio qui la capacità della scrittrice di camminare sul filo dell’ironia per affrontare temi scottanti, che vanno dal comportamento animalesco dell’uomo che vede nella donna soltanto l’oggetto dei suoi desideri, fino a quelle azioni che rasentano lo stalking e che fanno vivere ad Elena una delle esperienze più brutte della sua vita. (…)
da Andrea Sebastianelli, giornalista e direttore “Il piccolo segno”