Descrizione
“Disorientamento” è il termine che indica la sensazione provata da molti insegnanti e genitori nel leggere i testi di psicologia riguardanti il tema del disadattamento infantile e adolescenziale. D’altra parte una disciplina frammentata in diversi filoni – il Cognitivismo, la Psicoanalisi, la Psicologia Individuale, la Scuola Sistemica della Famiglia, ecc. – non può che descrivere un bambino frammentato: ossia un bambino quasi solo cognitivo, o libidico, o assertivo, o relazionale, e così via. Nell’allestire quest’opera, l’autore si è dunque proposto di offrire una descrizione finalmente unitaria del bambino e dell’adolescente, così da offrire al lettore i mezzi conoscitivi indispensabili per poter approntare una prassi educativa corretta. Riguardo allo stile impiegato, l’esposizione è agevole e gradevole. Si colloca quindi agli antipodi dell’ormai imperante “psicologese”: una sorta di olio di ricino linguistico che dovrebbe essere tanto più efficace quanto più è amaro. Ma è più probabile che abbia ragione il filosofo Shopenhauer nel dire che «non vi è nulla di più facile che scrivere in modo che nessuno possa capire; come, invece, nulla è più difficile che esprimere pensieri significativi in modo che ognuno possa comprenderli».