Descrizione
Il testo presenta nel dettaglio la pratica dell’autobiografia ragionata. Sperimentata e poi formalizzata dal sociologo francese Henri Desroche (1914-1994), l’autobiografia ragionata è utilizzata oggi come strumento di orientamento e autoformazione in varie università e centri di formazione e orientamento. L’autobiografia ragionata è utilizzata e trasmessa inoltre al CNAM (Conservatoire national des arts et métiers): in alcuni dei suoi corsi, l’autobiografia ragionata costituisce un vero e proprio modulo propedeutico. Il testo di Draperi nasce da quest’ultima pluriennale esperienza. Nel concreto, l’autobiografia ragionata è un colloquio semi-direttivo teso a ricostruire la traiettoria personale dell’intervistato, che viene chiamato persona-progetto. Chi gestisce il colloquio è chiamato invece persona-risorsa, e ha il solo compito di vigilare sul suo corretto svolgimento, fornendo un contenitore alla persona-progetto.
Nell’autobiografia ragionata, infatti, è fondamentale la centralità di quest’ultima, favorita anche dal fatto che il colloquio deve rispettare almeno cinque requisiti. Innanzitutto, esso deve avvenire in un luogo neutrale per la persona-progetto. In secondo luogo non è previsto un compenso diretto per la persona- risorsa (nel senso che non si paga la prestazione, anche se altre forme di pagamento indiretto sono prevedibili, ad esempio all’interno di percorsi finanziati). In terzo luogo, il colloquio autobiografico non deve essere funzionale ad altro che a una migliore comprensione di sé da parte della persona-progetto. Ancora, a innervare la reminiscenza autobiografica devono essere esclusivamente i fatti sociali (quindi non i traumi, le emozioni o altro ancora). Infine, tutto ciò che la persona-progetto ricorda viene scritto su alcuni fogli dalla persona-risorsa, seduta davanti a lei. Questi fogli le saranno poi consegnati alla fine del colloquio, e la persona-risorsa non tratterrà per sé nulla.
Nella variante suggerita da Draperi, questo colloquio può essere inserito in un percorso formativo di gruppo che preveda la realizzazione di un progetto di ricerca-azione. In questo contesto, al colloquio si aggiunge la redazione di una “nota di percorso” di alcune pagine che riassuma la storia di vita della persona-progetto. La successiva condivisione in gruppo delle diverse storie di vita è spesso il momento che coincide con la fase progettuale della ricerca-azione. In questo modo, l’autobiografia ragionata esce da un registro prettamente personale per diventare strumento di azione sociale.