Descrizione
Prefazione di Luigi Mangiocavallo con il contributo di Enrico Farina e Paolo Olivieri
La distonia focale è un male oscuro, da molti considerato incurabile. Sembra che quella dei musicisti sia la categoria più a rischio. La buona notizia è che di distonia focale non si muore. Ma è un genere di guaio che può distruggere un sogno, rovinare una carriera, vanificare anni di sacrifici, demolire una ragione di vita.
C’è chi ha definito la distonia focale “la sorella stupida del Parkinson”; ma c’è anche chi ne nega la natura neurologica. Essenzialmente si tratta di un disturbo del movimento caratterizzato da contrazioni muscolari involontarie che ostacolano o impediscono lo svolgimento di una specifica attività, come suonare uno strumento musicale.
Sorge spontanea la domanda: perché, ad un tratto, la distonia focale? E soprattutto, davvero non c’è nessuna speranza?
Questo libro intende contribuire al dibattito in corso attraverso la ricostruzione della vicenda personale di un testimone d’eccezione: me stesso.