Descrizione
Nell’Italia del XVII secolo, dilaniata dal terribile flagello della peste, la medicina, la farmacia e la scienza in generale non erano in grado di offrire terapie, farmaci, cure od altri rimedi per combattere l’inarrestabile epidemia. Ci si affidava, allora, a espedienti privi di efficacia, ad inutili superstizioni ed alla fede in Dio, in Gesù Cristo, nella Vergine Santissima e nei santi intercessori preposti al caso e cioè i santi Rocco, Sebastiano, Cristoforo, Francesca Romana, Luigi IX il re santo ed altri meno conosciuti.
Ogni speranza era riposta nella Divina Provvidenza affinché intervenisse a favore del popolo soccombente, proprio come credeva e desiderava in cuor suo il grandissimo scrittore Alessandro Manzoni, a cui il libro è dedicato. Ed era proprio la Divina Provvidenza che faceva scendere i monaci, i frati, gli eremiti e gli anacoreti dalle loro abbazie, monasteri, conventi, eremi e santuari di montagna a curare i moribondi delle grandi città con le loro accorate suppliche, insistenti preghiere ed i loro empirici rimedi, estratti di erbe officinali abbinate, spesso, a sacre reliquie.
Come allora, non c’è assolutamente spazio per il dialogo in questo libro; c’è posto soltanto per l’assistenza misericordiosa, per la pietà, la speranza e la fede.