Descrizione
“La psichiatria in Italia oggi: caratteristiche specifiche della comunità terapeutica. L’esperienza di Robert N. Rapoport”
di Serena Scardino
La gestione sociale del disturbo mentale è giustamente un work in progress. In ambito nazionale le risposte sono molto variegate, con accenti variamente posti sulla dimensione medica, quella psicologica, quella sociale. Ciò non è un male, perché lascia spazio ad approcci diversi: occasione di confronto e di reciproco apprendimento. Ma è evidente il rischio di movimenti non progressivi ma regressivi, alimentato da svariati fattori.
Forti però anche i motivi di speranza: i progressi tecnici nella psicofarmacologia e nel management, il crescere di un personale diversamente formato e motivato, l’acquisita dimostrazione che un intervento terapeutico umano ed efficace è più che possibile e doveroso.
In questo ampio sfondo, il modello della Comunità terapeutica occupa un posto importante, da quando ognuno ha abbandonato l’illusione di una possibile e augurabile abolizione della residenzialità psichiatrica. Come far sì che, adeguandosi ai mutati contesti operativi e sociali, le Comunità mantengano però la loro essenza? Come prevenire una nuova manicomialità? Il lavoro che pubblichiamo non pretende una risposta globale, ma offre un tassello utilissimo invitando a uno stimolante raffronto delle attuali strutture con le Comunità delle origini.
Vol XXIV N.2 2016