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Il chitarrista di jazz

25.00

Charlie Christian e dintorniIl CD contiene,in formato mp3, 47 registrazioni di Charlie Christianalle quali si riferiscono le 110 trascrizioni di frammenti diassolo che figurano nel libro

Informazioni aggiuntive

Autore

Categoria

CD-DVD-MP3, Musica, Saggi

Data di Pubblicazione

2009-01-01

ISBN

978-88-8163-472-9

Legatura

Brossura

Numero di Pagine

368

COD: 20104 Categorie: , , Product ID: 31453

Descrizione

Il libro di Roberto Colombo traccia una sorta di “storia filosofica” della chitarra jazz. Perché una storia filosofica (e non cronologica) della chitarra jazz ? Perché nell’immaginario collettivo la chitarra è il simbolo della musica leggera. Di conseguenza, suonare del jazz con la chitarra appare sempre un po’ sospetto… Il chitarrista di jazz sa di dover compiere un certo sforzo per restituire dignità al proprio strumento: emblematica, a questo proposito, è la vicenda di Charlie Christian, che sulla rivista specializzata Down Beat scrive un vero e proprio manifesto affinché i suoi colleghi prendano coscienza delle nuove frontiere che avrebbe aperto l’impiego dell’amplificazione elettrica e si preparino a contrastare lo “strapotere” degli strumenti a fiato.

Il chitarrista di jazz, in ultima analisi, sa di dover far compiere un certo sforzo a tutti i membri della comunità jazzistica (musicisti, critici, organizzatori e pubblico), da sempre inclini ad assegnargli un ruolo marginale. Eppure, l’unico jazzista europeo ad aver influenzato i propri colleghi americani è stato un chitarrista: Django Reinhardt. E il musicista che più di ogni altro ha contribuito all’evoluzione del jazz – ossia al passaggio cruciale dallo swing al bop – è stato un chitarrista: Charlie Christian, vissuto una manciata di anni (1916 – 1942) eppure assolutamente decisivo.

Django Reinhardt è come animato da un ardore adolescenziale: è l’infaticabile esploratore, il filosofo, l’assetato di infinito. Charlie Christian è il guerriero, il fiero conquistatore, lo scienziato: con Charlie Christian la chitarra diventa maggiorenne. Ma l’importanza di Charlie Christian non è quella del pioniere. Il valore di Christian non è un effetto retroattivo del fatto che pressoché tutti i chitarristi della generazione successiva si siano ispirati a lui: Christian non si impone in virtù di un qualche principio di autorità. Semmai, sarebbe più corretto parlare in termini di rivelazione: se anche fosse stato l’ultimo dei chitarristi di jazz, cioè, il suo approccio allo strumento sarebbe stato pienamente conforme all’idea.

 

 

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