Descrizione
Piccoli frammenti di ricordi che tornano alla memoria. Racconti di un modo di vivere che si è perso.
In questo libro, l’Autore ci riporta ai primi anni del dopoguerra e alla vita dura, aspra, ma sincera, di un piccolo paese nella provincia di Avellino.
Attraverso brevi racconti d’infanzia e di adolescenza si ritorna alle fatiche del lavoro nei campi, alle grandi famiglie strette in piccole case, alle speranze per un futuro migliore riposte nell’istruzione e nella cultura, fino alla vita da emigrato al Nord Italia e all’arrivo in una città (Genova, in particolare Pegli) certo diversa dal paese natale, ma che si può finalmente chiamare Casa.
“Sono scorci di una storia che sembra provenire da un passato lontano, tante sono le differenze tra la vita di oggi e quella di qualche decennio fa. Ma è anche una storia che fa riflettere: oggi siamo più ricchi, più tecnologicamente avanzati, più connessi con il mondo, ma siamo anche più felici?”
“Che bello sarebbe se memorie come queste, pulite e semplici come a volte solo i ricordi d’infanzia degli adulti che riconoscono la propria storia, venissero passate a voce. Per chi ha storie da dire, è così prezioso il contatto con chi, nipote, figlio, amico giovane e meno giovane, ti guarda e ti ascolta! (…) Questa narrazione si tira dentro, a volte per famigliarità, a volte per contrasto, anche chi è più giovane o chi ha diversamente vissuto, ne arricchisce il pensiero e la memoria.” Dalla prefazione di Marina Savoia
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