Descrizione
L’idea di “modernizzazione” implica di solito una visione della cultura occidentale come monolite egualmente condiviso da tutti i cittadini: un insieme di pratiche, nozioni, tecniche e stili di vita su cui tutti, grosso modo, si trovano d’accordo. In realtà, la situazione è ben più complessa:entro i confini dell’Occidente convivono – e talora si scontrano – istanze premoderne eterogenee; istanze che leggono e vivono in odo differente la modernità; e istanze già largamente proiettate verso un modello ulteriore (quello “postmoderno”, forse). Questa frammentazione è particolarmente visibile nella fascia anziana della popolazione. Dalla biomedicina all’alimentazione, dalla tecnologia quotidiana alla gestione pubblica, oggetto di questo volume sono le soluzioni per la terza età che, negli interstizi così come nel fronte d’onda della modernità, vengono continuamente riscoperte o inventare.
Fra biologia e cultura
Le virgolette che appaiono nel titolo di questa monografia intendono proporre, fin dalla prima pagina del volume, una riflessione che a un tempo accomuna e supera la somma degli articoli in esso contenuti. Curare è verbo dalla semantica complessa: trattare, alleviare, prendersi carico, procurare, seguire, avere a cura; ma la prima accezione che viene alla mente del cittadino occidentale è senz’altro quella di «guarire» Proprio per questo le virgolette erano necessarie: esse segnalano, in primo luogo, che la vecchiaia non è una malattia, e che la cura della vecchiaia non è la guarigione dalla vecchiaia. Non si guarisce da ciò di cui non ci si ammala: se quest’idea sembra scontata, si consideri quanto spesso la «vecchiaia felice» è appiattita sul mantenimento nell’anziano di parametri fisiologici «giovanili».
Con il patrocinio dell’Unione Europea